Il panico è un disturbo molto frequente e negli ultimi
tempi è diventato un fenomeno
in aumento nella popolazione. I sintomi fisici che
caratterizzano un attacco di panico sono i seguenti
:
Testa :
Sudorazione, sensazione si
sbandamento e vertigini, cefalea, nodo alla gola, vampate di
calore;
Cuore : Palpitazioni,
tachicardia, dolore e fastidio al petto;
Apparato respiratorio :
Affanno, sensazione di soffocamento, asfissia,
iperventilazione;
Addome (Nausea,
disturbi addominali, diarrea, crampi, dolori);
Arti (Tremori,
sensazione di torpore, formicolii, brividi).
Le interpretazioni più
frequenti e sbagliate legate ai sintomi d’ansia sono
:
- Palpitazioni
: “Sto per avere
un infarto ...”;
- Vertigini
: “Sto per
svenire ...",
"Sto impazzendo
...”;
- Nodo
alla gola : “Sto
per soffocare ...”.
In quasi tutti i pazienti l’attacco di panico ha un inizio
improvviso e raggiunge in poco tempo il massimo
dell’intensità (Circa dieci minuti) e
si conclude velocemente (Dura in
media dai cinque ai
venti minuti). Tutto ciò
genera una forte ansia, la paura di non farcela a superare
la crisi e le conseguenti condotte per
evitarla.
Evitare le situazioni ansiogene non serve, anzi pensando al
peggio non si fa altro che aumentare il livello d’ansia.
Dopo il primo attacco, è frequente che si presenti la
cosiddetta “Ansia
Anticipatoria”.
Questa è un’angosciante senso d'attesa
che fa immaginare e pensare al prossimo attacco, che invece
è spesso imprevedibile.
Le cause possono essere legate sia ad una problematica di
tipo biologico che psicologico.
Il trattamento quindi comprende, a
seconda dei casi e delle situazioni, un intervento
farmacologico associato o meno ad un intervento di tipo
psicologico. Infatti, è necessario
intervenire sugli aspetti relazionali e psicologici.
Gli eventi stressanti più
frequenti che generano il disturbo di panico sono
:
- Morte d'una
persona cara, una grave malattia, un incidente;
- Eventi
catastrofici come
terremoti, incendi,
crolli;
- Separazione
da una persona cara, allontanamento dalla casa dei genitori,
matrimonio o lavoro;
- Traumi
infantili per aver assistito a
scene sconvolgenti,
incidenti, violenze
...;
- Relazioni
insicure e non adeguate
con persone significative
dell’infanzia (Madre
o altre figure importanti).
La paura d'un attacco di panico
induce la persona a ricercare la vicinanza degli altri e
rischia di ridurre la sua autonomia.
Tutto ciò può aver conseguenze anche
sul piano sociale e lavorativo.
Quindi, è
importante, dopo aver escluso con i
dovuti accertamenti diagnostici una patologia di tipo
organico, rivolgersi ad uno specialista che aiuti la persona
che soffre di questo disturbo a conoscerlo, affrontarlo e
superarlo per tornare a condurre serenamente la propria
vita.
Giulia Clementelli,
(Psicologa, Torino) |