L'ansia è parte integrante della
dimensione umana. Ogni uomo ha vissuto almeno una volta nella vita
questo tipo d'emozione. Moltissimi se la portano sempre dentro.
Altri la percepiscono solo qualche volta. Pochi fortunati sono riusciti ad
immunizzarsi. Questa sgradevole sensazione può essere trattata anche
con metodi psicologici ma le sue radici sono essenzialmente
antropologiche, filosofiche, comunicazionali.
Le ansie umane nascono dal fatto che con
la mente riusciamo a concepire
l'idea d'infinito ma ci rendiamo anche conto d'essere
limitati. Riusciamo a pensare all'infinito così bene che siamo anche
riusciti a dargli definizioni matematiche (Linea retta, numeri
trascendenti, indefiniti ed altro ancora).
Sul piano interiore possiamo riuscire a non avere limiti
nel pensare o
immaginare, mentre su quello esteriore riscontriamo pesanti
limitazioni nello spazio, nel tempo, nel fare, nell'essere,
nell'avere, nel sapere. E' una situazione paradossale!
Interiormente, riusciamo a vivere l'infinito. Esteriormente, siamo
limitati quasi in tutto. Addirittura, la nostra esistenza fisica è
talmente limitata da esaurirsi in qualche decina d'anni. Come
riuscire ad accettare tale situazione?
Per trovare risposte a questa domanda
sono nate filosofie, religioni, ideologie con i loro valori etici,
morali, sociali, economici, politici.
Ma ipotizziamo d'essere in grado, per
un attimo, d'eliminare dalla nostra mente la capacità d'immaginare
l'infinito. Quasi sicuramente,
lo stato d'ansia sopra descritto sparirebbe. Questa capacità è
la caratteristica più importante che ci differenzia dagli
animali. Senza di essa non saremmo più quello che siamo. Ma varrebbe la pena tornare indietro?
Certamente, no.
Il desiderio d'infinito spinge l'uomo,
in maniera quasi istintiva, verso il raggiungimento d'obiettivi
sempre più importanti in ogni settore del sapere, verso forme di
perfezione sempre più elevate. Però, il sapere è solo uno strumento.
Il vero fine resta sempre diventare
infiniti.
Si possono trovare moltissimi riscontri
a questa affermazione in quasi tutte le religioni o filosofie. In
diverse religioni, Dio è l'infinito oppure ha caratteristiche
simili. L'essere umano è quasi sempre simile a Dio o portatore di
parte della sua divinità. Per descrivere la condizione umana, Sant'Agostino
diceva che Dio ha creato l'uomo per se e l'uomo trova pace solo
quando raggiunge Dio.
Si potrebbero fare molti altri esempi per avallare
questo punto di vista ma ora che ci è ben chiaro quale sia il massimo
obiettivo esistenziale umano, desideriamo approfondire la
questione più importante: come
raggiungerlo? In che modo porre fine definitivamente
all'ansia esistenziale?
Avere una mente proiettata verso l'infinito è il
massimo delle libertà possibili. Quindi, la condizione umana è in se
stessa una condizione di pura libertà. Però, questa condizione deve essere gestita in
senso attivo, qualora s'intenda raggiungere il desiderato obiettivo. Se
interiormente, l'uomo risponde attivamente alla propria innata
libertà, ricercando senza mai arrendersi il proprio sentirsi
infinito, dialogando con l'altrui libertà, allora, potrà realizzare
la propria apoteosi ed aprire nuovi orizzonti di pace anche in
questo mondo.
Fino a qui abbiamo fatto delle riflessioni sull'ansia
esistenziale che coinvolge ogni essere umano alla ricerca della
propria realizzazione. Per la sua risoluzione è utile chiedere aiuto
soprattutto a filosofi, religiosi, pensatori. Vogliamo distinguerla
dall'ansia patologica per la quale può essere risolutivo
l'intervento degli psicologi.
Proprio per questo, nella presente pagina, desideriamo proporre articoli, news ed
approfondimenti psicologici su tematiche relative ad ansia, tensioni
interiori con relativi problemi e disturbi relazionali. Cercheremo
d'analizzare le dinamiche psicologiche correlate in amore, amicizia, professione,
relazioni affettive ed in tutte le fasi dell'esistenza umana.
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