Colorado Springs, primo dicembre 2007. All’alba Louis
Edward Bressler (25 anni) Kenneth Eastridge, Bruce Bastien e
Kevin R. Shields stanno rientrando da una serata passata a
bere per festeggiare il 24esimo compleanno (e l’arrivo del
secondo figlio) di Shields. Ad un certo punto Bressler
vomita in auto e viene schernito da Shields. Litigano.
Bressler allora ordina a Bastien , che è alla guida, di
accostare: scende, si appoggia ad un palo fingendo di star
male, poi si volta e spara a Shields. Si avvicina al corpo e
scarica altri quattro colpi di calibro 38. Tutti e quattro i
soldati sono reduci dall’Iraq dove hanno combattuto con la
4° Divisione Fanteria della 4° Brigata, i cui membri sono
stati soprannominati Lethal Warriors (guerrieri Letali).
Tratto da “Io Donna” 8 maggio 2010, pag.61.
L’episodio narrato rappresenta la più estrema conseguenza
di quello che viene chiamato Disturbo Post-Traumatico da
Stress (Identificato dalla sigla PDST). Questo disturbo
viene spesso riscontrato nei soldati reduci da missioni di
guerra ma anche nella popolazione civile esposta ed eventi
particolarmente traumatici come ad esempio un terremoto
altamente distruttivo o, su un piano più individuale, una
violenza carnale.
L‘aspetto peggiore e più caratteristico di questo disturbo è
la continua esperienza di rivivere l’evento traumatico, sia
in forma di incubi notturni - che interferiscono notevolmente
con la qualità e la durata del sonno - sia attraverso
frequentissimi flashback, cioè ricordi improvvisi e vividi
che riportano alla coscienza immagini tremendamente
dolorose.
Si sviluppa una condizione di perpetua insicurezza e
precarietà, uno stato di continuo allerta che, porta ad una
forte agitazione, incapacità a prendere sonno, irrequietezza
ed aggressività mal controllata, fino a generare violente
esplosioni di collera. A questo si aggiunge una fastidiosa
sensazione di estraneità a quanto accade intorno al
soggetto, come se la persona sentisse di non riuscire a
reagire in modo emotivamente appropriato agli eventi
successivi al trauma, tutto viene ingigantito o vissuto con
eccessiva superficialità.
Spesso sono presenti forti sensi di colpa per quello che è
successo, per come ci si è comportati, per quello che non si
è riusciti a fare o, per quanto possa sembrare paradossale,
per il fatto di essere sopravvissuti.
La rabbia e la frustrazione per quanto accaduto può
esprimersi con comportamenti aggressivi o con una profonda
depressione accompagnata da gesti autolesivi che partono
dall’abuso di alcool e droghe (Utilizzate per stordirsi e
dimenticare quanto accaduto) per arrivano fino al suicidio.
Nils Aron ha 25 anni quando decide di togliersi la vita
sparandosi in un parcheggio. Sergente di Fanteria era reduce
da due missioni in Iraq e soffriva di PTSD. Il 19 settembre
2008 il sergente di prima classe Patrick Henderson (35 anni)
viene trovato impiccato in una baracca nel cortile della sua
casa a Colombia. Tratto
da “Io Donna” 8 maggio 2010, pag.58-59.
Esiti tanto drammatici sono dovuti ad una condizione di
estrema sofferenza che porta a perdere la padronanza di se
stessi, per questo è importante intervenire tempestivamente
con un adeguato trattamento psicoterapeutico che possa
aiutare il soggetto a liberarsi da tanto dolore e
ricominciare a dedicarsi con serenità alla propria vita.
Francesca Bravi - Psicoterapeuta, Firenze |