L’evento del parto segna per la donna il passaggio nella fase del
puerperio, un periodo emotivamente delicato e spesso, ma non sempre,
complicato da condizioni depressive di diversa entità. L’adattamento
alla condizione di madre è un compito evolutivo d'enorme portata
per il benessere psicofisico del bambino e della donna stessa, ogni
ostacolo al suo assolvimento dovrebbe poter essere subito
individuato ed eliminato: l’informazione e la prevenzione sono
fondamentali.
Le condizioni depressive più tipiche del puerperio vengono
classificate su un continuum di gravità dalla più lieve alla più
grave e vengono denominate: maternal blues, depressione post-partum
e psicosi post-partum.
Il maternal blues è uno stato depressivo lieve che si verifica nei
primi giorni dopo il parto e può persistere dai due/tre giorni ai
dieci o poco più. Il disturbo interessa in media il 50% delle donne
e si presenta con umore depresso, impazienza ed irritabilità
accentuata, permalosità, agitazione talvolta alternata ad apatia,
insonnia ed ansia.
Gli studi sulle cause del maternal blues attualmente individuano due
maggiori elementi scatenanti: 1) l’oscillazione ormonale, ad es.
l’abbassamento dell’estrogeno; 2) il cambiamento di lifestyle, di
stile di vita. Sul primo punto c’è ancora molto da scoprire, sul
secondo si possono fare alcune considerazioni. In primo luogo il
cambiamento delle abitudini di vita, sia per la madre che per il
padre, diventa evidente e concreto proprio con la nascita effettiva
del bambino. Ciò che ci si era immaginati sull’essere genitori e
sull’ avere un bambino, si incontra o più spesso si scontra con la
realtà effettiva, come ad esempio nel caso in cui il bambino era
“solo” un modo di dare senso ad una relazione che non ne aveva
altri. La presenza di pregressi disagi emozionali e difficoltà
psicologiche ed il loro possibile acuimento, possono segnare
ulteriormente il processo d'adattamento. Lo stress fisico del parto
è forte e ad esso si aggiungono frequentemente i tentativi di fare
tutto e meglio, magari per non sbagliare come i propri genitori, ci
si sforza e si ha paura di non farcela, c’è abbattimento e
preoccupazione per il futuro. Spesso si uniscono al tutto, scontri e
piccoli litigi tra familiari ad esempio per il nome da dare il
bambino, per il modo d'allevarlo e crescerlo. Il contesto socio-
ambientale, gli amici ed i colleghi di lavoro, sono inevitabilmente
coinvolti nel cambiamento della vita della donna e della coppia: in
tal senso potrebbero, pur non volendolo deliberatamente, complicare
ulteriormente l’adattamento alla nuova condizione.
Il maternal blues, che alcuni autori americani hanno individuato
anche nei neo-papà, è un fenomeno molto diffuso ma gestibile con
opportuni accorgimenti: prima cosa occorre conoscerlo e
ri-conoscerlo quando si presenta; affrontare i sintomi con la
prospettiva che si risolveranno in pochi giorni, cercare
collaborazione e sostegno nel partner e nelle persone con le quali
si è legati affettivamente e, nel caso occorra, consultare uno
psicologo per alcuni colloqui di sostegno individuale o di coppia.
Manuela Marcucci, psicoterapeuta, Roma |