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BAMBINI :  RICONOSCERE SINDROME ADHD

Il disturbo da deficit d'attenzione ed iperattività: come riconoscerlo?

I primi testimoni del manifestarsi del disturbo da deficit di attenzione e iperattività o ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) nei bambini, sono spesso i familiari e gli insegnanti. Una breve descrizione di come esso si presenta può essere utile per segnalare il problema e portarlo all’attenzione degli specialisti che effettueranno l’eventuale diagnosi.

L’ ADHD si presenta più spesso nei maschi, si evidenzia chiaramente nell’età delle elementari e i sintomi - presenti da più di sei mesi - sono d'un’entità tale da compromettere il funzionamento sociale e scolastico. La disattenzione, l’iperattività e l’impulsività sono sempre presenti in proporzione variabile.

Per esemplificare descriviamo l’ipotetico caso di Lorenzo, un bambino di sette anni che frequenta la terza elementare.

A scuola Lorenzo non riesce a stare seduto, durante le lezioni si dimena sulla sedia e si alza spesso con una scusa nuova ogni volta; ha difficoltà nel mantenere l’attenzione sui compiti e nel gioco e si lascia distrarre da ogni minimo rumore.

Quando è interrogato risponde prima che le domande siano state completate, talvolta interrompe gli altri e parla troppo. Punizioni e rimproveri non servono a nulla. Gli insegnanti dicono che Lorenzo compie spesso errori imputabili alla distrazione, che non porta a termine i compiti sdegnando le loro istruzioni.

Non riesce a giocare per molto tempo e/o in modo tranquillo con i suoi compagni, ha difficoltà ad attendere il proprio turno. In poco tempo il bambino ha iniziato a sviluppare una vera e propria avversione per i compiti e per tutto ciò che richiede uno sforzo mentale protratto, il suo rendimento scolastico peggiora visibilmente.

I genitori si lamentano, si sentono sfiniti dal suo comportamento e limitati dalla continua necessità di vigilare su di lui: Lorenzo si muove sempre, chiacchiera in continuazione, tocca tutto, è invadente, perde sbadatamente i giocattoli e gli oggetti di casa, sembra non ascoltare mai quando gli si parla.

I disagi e la sofferenza psicologica che questo disturbo comportano al bambino e alla sua famiglia possono essere notevolmente limitati richiedendo l’intervento dello specialista: quanto più precoce sarà la richiesta tanto più positivo sarà l’esito della presa in carico.

Manuela Marcucci, psicologa psicoterapeuta (Roma)

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