La famiglia costituisce un universo vasto e complesso la cui
interpretazione è resa difficile dalla molteplicità delle sue
funzioni e strutture. Rispetto alla coppia nello specifico appare
ormai chiaro un deciso orientamento verso rapporti più paritetici
fra uomo e donna, ruoli sessuali più flessibili ed una più ampia e
condivisa accettazione delle reciproche differenze ed autonomie.
La concezione postmoderna di famiglia ha origine verso la metà degli
anni sessanta: l’unione matrimoniale non è più la forma privilegiata
di vita di coppia; i divorzi nel contempo in aumento si possono
leggere come un possibile indicatore di ricerca di rapporti che
soddisfino le varie aspettative centrate sulla realizzazione e lo
sviluppo del sé.
La legislazione coglie tali mutamenti e talvolta li anticipa,
prevedendo una più ampia tutela per i figli minori coinvolti, spesso
loro malgrado, in una rete di rapporti di fatto, come nel caso delle
famiglie ricostituite, che pongono una serie di problemi di lealtà
rispetto ai vari ambiti di appartenenza. In
ogni caso, seppur fra condizioni mutevoli, la famiglia rimane un
aspetto imprescindibile nella vita di ognuno, ciò che cambia è
l’idea di un qualcosa che non è più stabile e immutabile.
In questi decenni di trasformazione del modello familiare l’Italia
si pone in riardo rispetto agli altri paesi europei occidentali,
essendo presenti contemporaneamente elementi di modernità e
tradizione, ossia: aumentano le nuove famiglie, ma ancora le coppie
sposate con figli sono la maggioranza; i giovani si sposano più
tardi ma rimangono a vivere in famiglia; diminuisce la natalità;
aumentano separazioni e divorzi, ma in maniera più limitata.
L’influenza delle tradizioni culturali e religiose e degli aspetti
legati alle componenti psicologiche personali, nonché la mancanza di
risorse economiche (inserite in un contesto di forte squilibrio fra
nord e sud) incidono profondamente nel processo di modernizzazione
dell’Italia.
Analizzando da un punto di vista relazionale questi cambiamenti
possiamo affermare che la famiglia si colloca in una posizione
intermedia tra un microlivello di natura psicologica ed un
macrolivello di tipo sociologico. La famiglia è un sistema che
comprende personalità in interazione fra loro e in continuo
sviluppo, i cui comportamenti dipendono gli uni dagli altri. Il
tutto si colloca sempre all’interno di un confronto dialettico con i
cambiamenti che avvengono nella società e nelle istituzioni.
In base all’approccio sistemico-relazionale è possibile studiare la
famiglie e comprenderne i mutamenti attraverso i suoi eventi
critici, di passaggio da una fase evolutiva all’altra: il
matrimonio, la nascita dei figli, i figli adolescenti, i figli che
escono di casa, la nascita dei nipoti, il pensionamento, la malattia
e la morte. All’interno di ogni evento critico la famiglia è
chiamata ad affrontare dei compiti di sviluppo sia sul versante
coniugale che intergenerazionale.
Se ci soffermiamo ad analizzare ad esempio l’evento specifico del
matrimonio vediamo come nel corso del tempo esso è stato concepito
all’inizio come un’alleanza tra famiglie, dove prevaleva soprattutto
l’aspetto patrimoniale, poi come un successo sociale, molto legato
allo status, oggi invece sembra rientrare molto più in una sfera
privata in cui i due partner condividono i loro aspetti più intimi
legati alla relazione e alla loro personalità. Dunque si è passati
da un prevalere dell’aspetto pubblico familiare ad uno più privato
che fa emergere fortemente l’aspetto di coppia.
Oggi, nonostante le apparenze basate su analisi talvolta
superficiali, i giovani non rifiutano affatto il matrimonio, anzi
quasi tutti lo pongono come un obiettivo nella loro vita, anche se
non il primo in assoluto, ma rimane un aspetto fortemente
desiderato, mentre ciò che viene rifiutato è il rapporto
tradizionale che non corrisponde più ai loro bisogni più profondi.
In generale emerge una maggiore attenzione alla cura e al rispetto
delle differenze non tanto legate all’essere uomo o donna quanto
all’essere persona. Alcuni studiosi mettono in evidenza il rischio
di un eccessivo narcisismo individuale che destina quindi l’Altro a
raccoglitore dei nostri bisogni, a scapito dell’aspetto più empatico
di identificazione. E’ pur vero che oggi rispetto anche solo ad
alcuni decenni fa c’è una maggior propensione alla ricerca del
benessere personale, soprattutto per la donna, che ha acquisito, nel
corso del tempo, maggior consapevolezza dei propri diritti.
E’ altrettanto vero che oggi si chiede molto alla coppia e
probabilmente alla base di tali pretese vi è un’eccessiva
idealizzazione della stessa; per questo motivo spesso i coniugi che
divorziano riferiscono la sensazione di essere stati “imbrogliati”
dal partner. E’ invece fondamentale definire fin da subito il
rapporto di coppia in termini realistici, saper accettare le
differenze all’interno della reciprocità: il contratto relazionale
di ogni coppia va definito e ridefinito nel corso del tempo e non
stabilito una volta per tutte.
Rispetto al ciclo di vita il primo evento critico è proprio la
costituzione dell’identità di coppia: questa fase è basata oggi
soprattutto sulla negoziazione dell’impegno reciproco. Questa
negoziazione oggi è più complessa: la coppia a differenza del
passato si trova a scegliere in molti ambiti e per molti aspetti; ad
esempio se, come e quando avere dei figli, trattare la divisione dei
compiti che non sono più legati solo al ruolo, ecc…
Nella formazione dell’identità di coppia hanno un’influenza
importante, ma spesso sottovalutata o negata, le famiglie d’origine.
Mentre in passato la manifestazione di tale influenza era molto
evidente, oggi si tende a minimizzarla, ma in realtà esiste ancora,
ha solo cambiato forma e non è facile riconoscerla.
Pare che l’influenza delle famiglie d’origine sia maggiore non
all’inizio della relazione, ma quando questa si consolida e quindi
la famiglia è costretta a ridefinire le proprie gerarchie e i propri
ruoli per far posto ad un nuovo membro; sembra che siano più le
donne a subire, in senso positivo o negativo, l’influenza maggiore
della rete sociale d’appartenenza. Inoltre le donne tendono a
dedicare più tempo ed energia al mantenimento delle relazioni e
anche a decidere quando porvi fine.
Sebbene non esistano modalità di funzionamento coniugale ottimali
per tutti è ormai riconosciuto che esistono alcuni fattori
predittivi del successo coniugale; questo non è correlato con la
stabilità o la durata, bensì all’intimità, all’impegno, alla
responsabilità, alla capacità di negoziazione e alla capacità di
comunicazione, intesa come possibilità di poter affrontare un evento
conflittuale insieme.
Per concludere si possono sintetizzare i dieci punti essenziali che
caratterizzano un modello di funzionamento familiare sano, alla luce
dei cambiamenti di rapporto all’interno della coppia avvenuti negli
ultimi decenni:
1)
Connessione
e impegno di tutti i membri della famiglia come unità di cura e
sostegno reciproco;
2) Rispetto per le differenze
individuali, per l’autonomia e i bisogni dei singoli;
3) Per le coppie, rispetto reciproco,
sostegno e condivisione paritaria del potere e delle responsabilità;
4) Un'autorità genitoriale efficace che
favorisca la cura, la protezione e la socializzazione dei figli;
5) Stabilità organizzativa caratterizzata
da chiarezza, coerenza e prevedibilità dei pattern interattivi fra i
vari membri;
6) Adattabilità,
flessibilità
nell’affrontare le
richieste interne ed esterne di cambiamento, nel far fronte
efficacemente allo stress e ai vari problemi che man mano insorgono;
7) Comunicazione aperta caratterizzata
dalla chiarezza delle regole e delle aspettative;
8) Processi efficaci di risoluzione del
conflitto;
9) Un sistema di credenze condiviso;
10) Risorse adeguate rispetto al supporto
psicosociale fornito dalle reti di amicizia e parentela , estese
anche alla comunità e ai sistemi sociali allargati.
Ognuna di queste variabili è in relazione reciproca. Secondo
l’orientamento sistemico è importante tenere ben chiari alcuni
elementi cardine rintracciabili in ogni famiglia.
Il primo è che gli individui non vivono mai da soli ma sempre in
relazione con altri individui; ognuno appartiene a più sottosistemi
diversi collegati fra loro. Inoltre il bisogno di appartenere ad una
comunità è un bisogno fondamentale dell’individuo, così come il
bisogno di sicurezza. In una famiglia dal funzionamento ottimale i
confini della famiglia stessa rispetto agli altri sottosistemi e i
confini personali dei membri al suo interno sono ben chiari e
definiti; essi non devono però essere rigidi, ma come si usa dire
“permeabili all’esterno”.
Laura Villata ,
(Psicoterapeuta, Torino) |